UNA STORIA VERA

Sarebbe bello poterti dire che questa è una storia inventata per impietosirti o per incuterti timore al fine di farti acquistare la polizza della quale stiamo parlando.

Invece purtroppo non è così; questa che ti sto per raccontare è una storia vera, ma sfortunatamente è anche una storia che quasi tutti i miei colleghi assicuratori ti possono raccontare, magari con sfumature, luoghi e condizioni diverse, ma tutte hanno lo stesso comune denominatore: ovvero il rammarico da parte di uno dei coniugi a non aver potuto o voluto contrarre una polizza vita prima che una tragico evento si sia verificato.

A me personalmente è capitato fortunatamente una sola volta in 30 anni di lavoro, ma a mio padre, a mio fratello, ai miei soci, è successo perlomeno un'altra volta a testa di assistere a situazioni strazianti ed a non poterci fare nulla; e così è anche capitato a quasi tutti i colleghi con i quali si parla sempre della mancata consapevolezza da parte degli italiani a contrarre questa che noi assicuratori consideriamo la polizza base di tutta la vita e di tutta un'esistenza.

Proviamo immaginare questo, facciamoci una domanda:

“Se dovessi morire, cosa succederebbe alla mia famiglia?”

Ma questa è la domanda che 84 persone su 100 non si fanno.

“Se dovessi morire in un incidente d'auto, ma soprattutto per una malattia, un infarto ecc, che cosa accadrebbe alla mia famiglia, che in quel momento, magari è alle prese con un mutuo da pagare e/o con dei figli piccoli da mantenere?”

Questo è uno degli aspetti più importanti ai quali si deve pensare e porre rimedio.

Quando si parla di assicurazioni tutti pensano alla casa, all’auto e tutto al più ad un infortunio, ma mai alla premorienza, al caso morte, il peggior evento imprevisto che possa capitare ad ognuno di noi.

Di solito, si cerca di scacciare via questi inutili pensieri e spesso anche noi assicuratori siamo intimiditi dal parlare di una cosa così brutta qual è la morte; però dobbiamo porci il problema dell'aspetto etico ed a quanto tocca a noi parlare di questa cosa e di tutelare i nostri clienti specialmente quelli non ancora assicurati contro questo evento fatale.

Se si dovesse avere una disgrazia di questa tipologia molto estrema, dove al di là del dispiacere per la perdita, c'è anche il pensiero del domani, sarebbe tragico e fatale se non si possedessero adeguate risorse economiche per farvi fronte.

Come già detto, a quasi ognuno di noi assicuratori, è capitato di dover liquidare diversi episodi di premorienza, però ce n'è uno in particolare che mi ha colpito personalmente ed è stato quello in cui mi sono sentito un fallito come professionista della tutela assicurativa familiare.

Nel 2011 è arrivata in agenzia una signora che non conoscevamo, con due bambini piccoli, era molto pallida e provata ed ha chiesto di parlarci in privato, dicendoci subito che suo marito era morto e che sapeva di aver contratto con noi una polizza caso morte.

Immediatamente siamo subito corsi a fare la verifica e dopo pochi minuti, con devastante dispiacere abbiamo appurato che il marito aveva sì una polizza caso morte, ma da semplice infortunio e lui era morto per infarto fulminante.

È stato un momento davvero raggelante l’aver appurato in quell’istante la triste realtà del fatto che suo marito non aveva la garanzia che la moglie era venuta a reclamare, e quando poi purtroppo è toccato a me dirle la cruda realtà, la signora è scoppiata a piangere ed i bambini che erano lì presenti hanno iniziato a farlo anche loro.

Noi tutti eravamo inebetiti e raggelati, con un senso di fallimento totale che ci pervadeva e ci ammutoliva.

Una delle nostre impiegate, si ricordava che avevamo proposto al cliente (il marito della Signora) una polizza vita contro il decesso totale, ovvero la cosiddetta temporanea caso morte, ma che il marito della signora non volendo spendere più di tanto, aveva optato per una soluzione a metà strada, una polizza infortuni con un piccolo capitale caso morte ed uno altrettanto per l’invalidità permanente, ma si era fermato li. Niente TCM che gli sarebbe costata poche centinaia di euro l’anno e che avrebbe potuto pagare anche in maniera frazionata.

Tutti noi in agenzia, ci sentivamo degli sconfitti.

Da allora in poi ci siamo sempre ripromessi (e così abbiamo poi fatto), di parlare ad ogni singolo cliente della polizza vita caso morte e del suo enorme valore sociale.

Questa polizza a conti fatti, con poche centinaia di Euro risolve, in caso di evento catastrofale, situazioni davvero tragiche che possono cambiare il corso di una esistenza.

Riflettiamoci, risparmiare su quello che è il pilastro assoluto della sicurezza di una famiglia, potrebbe irresponsabilmente costare molto caro.